Santa Marcella è chiamata da
S. Girolamo la gloria delle dame romane. Aveva dessa vissuto sette mesi nel nodo maritale, quando, morto il marito, ricusò di passare a seconde nozze dando il rifiuto al console Cereale. Capitò allora in Roma S. Girolamo, e S. Marcella, lo pregò per avere da lui dei Commenti sulla sacra Scrittura e un compendio della vita dei solitari d'oriente. Dopo ciò Marcella, ridusse la sua casa a chiostro insieme con Asella e Albina. Donò in limosina tutti gli oggetti di lusso e le stesse vesti di nozze, e si coprì di ruvido saio. Stabilì di non bere più vino, nè di mangiar carne. Diede piena libertà agli schiavi e adottò per figlia la. giovinetta Principia, angelo di purezza, e fece proposito di non mai parlare da sola con un uomo.
Ritiratasi in una modesta casa nelle vicinanze di Roma, vi visse vita claustrale, intenta ad ogni opera buona. Tuttavia per quanto cercasse di nascondersi, la fama della santa sua vita corse di bocca in bocca e moltissime dame e vergini dei più distinti casati di Roma, annoiati dei tumulti del Inondo, vennero a mettersi sotto la vigilanza e la disciplina di lei.
S. Marcella, ne' suoi dubbi, consultava quella gran mente di S. Girolamo ed abbiamo ben undici lettere responsive di quell'illustre dottore, tutte ripiene di sapienza e di una morale rigida tanto da mettere in spavento le signore dei dì nostri.
Un fatto magnanimo, per non dire portentoso di S. Marcella, accadde l'anno 410, quando Goti, guidati da Alarico, invasero Roma. Molto ebbe a soffrire la santa matrona in quella distretta. Fu percossa da quei barbari che la illividirono a colpi di bastone per farsi consegnare i tesori che non aveva più, perché depositati già prima in seno ai poveri. Più crudele ancora. fu il suo timore, non tanto per sé, quanto per la sicurezza dell'innocente Principia. Per difendere quell'angelo di beltà e di candore dovette gettarsi ai piedi dei barbari e offrire il petto e la vita alle lance di quei feroci. E tanto fece, che li disarmò. Il Signore protesse la madre e la figlia, né permise che la loro virtù fosse macchiata. S. Marcella sopravvisse ben poco ai disastri della sua patria. Presentì avvicinarsi il suo fine, e si preparò alla morte con opere degne di quella gran donna che era. Ricevette il cibo dei forti, e colta da tremito convulso disse: Gesù, io vengo a Voi; e spirò nelle braccia della diletta Principia, l'agosto dell'anno 410.
MASSIMA.
La pietà sincera, che è radicata nel cuore, si rileva e si esercita senza sforzo. PREGHIERA.
La mia voce s'innalza a Voi, o Dio d'infinita misericordia, per chiedervi un cuor puro e una pietà sincera, affine di operare 'la mia salute. MARTIROLOGIO ROMANO.
A Roma, commemorazione di santa Marcella, vedova, che, come attesta san Girolamo, dopo avere disprezzato ricchezze e nobiltà, divenne ancor più nobile per povertà e umiltà.