Santa Reparata di Cesarea di Palestina
Nome: Santa Reparata di Cesarea di Palestina
Titolo: Martire
Nascita: II Secolo, Caesarea, Israele
Morte: II Secolo, Cesarea marittima, Caesarea, Israele
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Santa Reparata nacque a Cesarea in Palestina, fanciulla di stirpe nobile subì il martirio all’età di 12 o 15 anni, secondo le fonti. Era in corso la terribile persecuzione di Decio contro i cristiani, tra il 249 e il 251 d.C., durante la quale trovarono la morte molti altri Santi famosi tra cui San Fabiano, San Cipriano, Sant’Agata, Poliuto, il medico Origine e il fiorentino San Miniato. Le prove alle quali fu sottoposta la nostra santa, come le vittorie che riportò sui suoi carnefici, furono dello stesso tenore di quelle degli altri martiri che perirono in quel periodo.
Si narra che, essendosi rifiutata di sacrificare agli dèi, fu denunciata e portata davanti al giudice. Questi cercò di persuaderla a rinunciare alla fede cristiana facendo appello alla sua nobile discendenza, quindi, al suo diniego, elencandole i tormenti che avrebbe subìto se avesse proseguito nella sua condotta, ma Reparata rispose che ogni minaccia era vana perchè lei adorava con tutto il cuore colui che le aveva donato la vita: Gesù.
Si passò allora dalle minacce alle torture: le fu versato sulla testa un secchio pieno di piombo fuso ma la vergine pregò e non sentì alcun dolore. Furono messe sul suo petto delle lame arroventate che invece di bruciarla la rinfrescarono. Fu gettata in una fornace ma lei, pregando Dio ad alta voce, ridusse talmente il fuoco che gli spettatori (immancabili a quel genere di spettacoli) fuggirono credendo ad una sorta di stregoneria. A quel punto, visti vanificati gli sforzi delle torture, si cercò di punirla con la vergogna: le tagliarono i capelli e la esposero al pubblico ludibrio nella piazza di Cesarea. Mentre sopportava questo tormento, gridò ai suoi carnefici che il giudizio finale del Cristo sarebbe stato tremendo nei loro confronti. Non restava che il taglio della testa. E così fu: nel momento della decapitazione La sua anima fu vista uscire dal corpo in forma di bianca colomba e salire al cielo.
Su ciò che accadde dopo la morte, le leggende fioccarono numerose, soprattutto nel medioevo. C’è chi racconta che durante la notte gli amici cristiani presero il corpo e lo seppellirono segretamente con grande venerazione. Chi la vuole messa sopra una barca e fatta poi andare alla deriva ma, per intervento degli angeli, condotta fino a Nizza, in Francia, e sepolta nella cattedrale di Sainte Reparate, diventando la patrona di quella città. Un documento d’archivio, datato 1075, attribuisce la proprietà della chiesa all’abbazia benedettina di Saint-Pons: “...nunc et semper patrimonium ecclesia Sainte Reparate de Nicaea...des Moines habitant dans le monastere de Saint-Pons, maintenant et a perpetuitè...”. Secondo un’altra leggenda, simile alla precedente, il corpo della martire, insieme ad altri cristiani, sarebbe stato messo sopra una barca senza remi e sarebbe approdato a Scauri. Dopo essere stata sepolta presso il monte Argentaro, la salma fu trasportata dal duca di Benevento verso la sua città per guarire la figlia inferma, ma i buoi che tiravano il carro, presso Teano, si rifiutarono di proseguire; il duca, allora, fece costruire in quel punto un santuario e un monastero dove la figlia sarebbe vissuta come monaca.
I resti della santa, effettivamente, riposano a Teano dopo un “soggiorno” a Minturno, Formia e Gaeta, seguendo apparentemente il peregrinare della sede vescovile Teano-Calvi, diocesi suffraganea della Metropolitana di Napoli.
Santa Reparata è patrona di Nizza, della città di Atri e di Casoli e compatrona di Firenze, di Teano, della diocesi di Teramo-Atri e di Pesco Sannita.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di santa Reparata, venerata in diversi luoghi come vergine e martire.
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