Santa Vereburga
Nome: Santa Vereburga
Titolo: Badessa
Nascita: 650 circa, Stone, Inghilterra
Morte: 700 circa, Trentham, Regno Unito
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Secondo la tradizione, Vereburga (o Werburga) discende da una famiglia di santi. Figlia del re Wulfhere di Mercia e di sua moglie, S. Ermenilda (13 feb.), Vereburga era nipote di S. Sexburga (6 lug,) e pronipote della sorella di Sexburga, S. Eteldreda, prima badessa di Ely (23 giu.), carica successivamente ricoperta dalla sorella.
Alla morte di Wulfhere nel 675, Vereburga rinunciò al mondo e si ritirò nell'abbazia di Ely. Il fratello di Wulfhere, Etelredo, che succedette a quest'ultimo sul trono di Mercia, fece tornare Vereburga da Ely, affidandole un gruppo di case per religiose situate nelle contee dell'Inghilterra centrale, con il compito di introdurvi una più rigida osservanza.
Questi monasteri includevano quello di Weedon nel Nothamptonshire (abitazione reale dove la santa trascorse un po' di tempo e che trasformò in monastero), Trentham nel Lincolnshire, dove ella morì, e Hanbury nello Staffordshire, dove su sua richiesta venne seppellita. Le sue reliquie furono in seguito spostate a Chester, probabilmente per salvarle dagli invasori danesi, e il suo sacrario nella cattedrale divenne popolare meta di pellegrinaggi.
Vereburga deve molta della sua popolarità a una romanzesca leggenda, riportata nella Vita di Goscelino databile intorno alla fine dcll'xi secolo, secondo la quale la santa, pur essendo una bella ragazza, respinse numerosi corteggiatori, tra cui alcuni principi, a motivo della consacrazione al Signore Gesù Cristo.
Il principale dei suoi ammiratori, chiamato Werbod, era particolarmente in vista alla corte di suo padre e il re gli concesse la figlia in sposa, a condizione che egli ottenesse il libero consenso di Vereburga. Ora, siccome Werbod non era cristiano, già la regina Ermenilda e i suoi figli si opposero alla proposta di matrimonio, suscitando la rabbia del pretendente.
I principi avevano ricevuto l'istruzione religiosa da S. Chad (2 mar.), che era vescovo di Lichfield e vivendo in una foresta dava a essi la possibilità di mascherare le loro visite con delle spedizioni di caccia, e Werbod li denunciò al re, facendoli mettere a morte; Werbod stesso però incontrò subito dopo una miserabile morte e re Wulfhere, roso dal rimorso, mutò i suoi rapporti con la santa regina e S. Chad. Ciò incoraggiò Vereburga a chiedere al padre il permesso di entrare a Ely, ed egli acconsentì.
Un'altra leggenda riportata da Goscelino spiega perché l'emblema principale della santa sia un'oca: si narra che quando un gruppo di oche selvatiche devastò i raccolti di Weedon, la santa le fece catturare. Il mattino successivo però ne mancava una e avendo scoperto che un servo l'aveva uccisa e cotta, la santa riportò in vita l'animale, che volò via insieme al resto dello stormo e non tornò più ad attaccare i raccolti,
Le reliquie di Vereburga furono nuovamente traslate nella cattedrale di Chester nel 1095 (quando Goscelino scrisse la Vita), e questa storia è raffigurata su una mensola d'appoggio di un sedile del coro: al centro vi è Vereburga con un pastorale in mano, mentre un servo le porge l'oca; sulla destra un uomo confessa di avere rubato l'animale e sulla sinistra si vedono le oche rinchiuse. In realtà Goscelino prende in prestito tale storia da una sua stessa opera, la Vita di S. Amalberga (o Amelia, 10 lug.).
Vereburga, santa protettrice della cattedrale di Chester, dove il 21 giugno si commemora la traslazione delle sue reliquie, attirò pellegrini anche da molto lontano ma durante il regno di Enrico VIII il suo sacrario fu distrutto.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Chester nella Mercia in Inghilterra, santa Verburga, badessa di Ely, fondatrice di vari monasteri.
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