I martiri gloriosi che la Chiesa onora oggi erano quaranta soldati cristiani dell’armata di Licinio in Oriente, attendati a Sebaste. Essi erano soliti riunirsi di notte per istruirsi e pregare il loro Dio. Venutone a conoscenza, l’imperatore li fece convocare e, con imprecazioni e minacce, intimò loro di sacrificare agli dèi dell’Impero, pena i più duri tormenti. A voce unanime risposero che non lo avrebbero mai fatto, essendo cristiani.
Passò dunque ai fatti e li sottopose alla pena della sferza, ma inutilmente, poiché quegli eroi dichiararono di essere pronti a morire, ma mai a tradire la fede giurata al loro Dio. In quel tempo correva una stagione rigidissima, e il perfido imperatore, con astuzia, ideò un supplizio tanto crudele quanto ingannevole. Fece preparare due bagni: uno gelido e l’altro caldo, e comandò che tutti i quaranta militi fossero, in una notte serena, immersi nello stagno ghiacciato.
«È una notte dura questa» dicevano quei prodi, « ma su, animo! Seguirà un giorno sereno ed eterno. »
Una guardia di custodia, di colpo, vide una luce scendere dal cielo e molti angeli distribuire trentanove corone. « Ma come! » si chiese tra sé, « sono quaranta… dov’è la quarantesima corona? » In quel momento vide uno dei martiri cedere al tormento ed entrare nel bagno caldo. Subito si udì un grido rauco e una bestemmia. Il custode tremò, ma, irrorato dalla grazia divina, esclamò ad alta voce: « Sono cristiano io! A me la corona! » Si tolse le vesti e si unì ai trentanove per ottenere la corona rinnegata dallo sciagurato apostata. Ed ecco che l’angelo del Signore gli cinse la fronte con la quarantesima corona.
Quale non fu lo stupore e la rabbia del tiranno quando, al mattino, vide che la guardia si era fatta cristiana e che non aveva ottenuto che una sola apostasia! Intirizziti dal freddo, quei martiri furono levati dallo stagno, posti su un carro e condotti a essere arsi su una pira.
Accortisi che il più giovane di quei soldati di Cristo, chiamato Melitone, respirava ancora, decisero di tenerlo in vita per farlo apostatare. Ma il Signore non lo permise. Gli si avvicinò la madre e, colma di fede, gli disse: « Va’, figlio mio, va’ con i tuoi compagni a compiere il beato aringo, e non voler essere l’ultimo a presentarti al Signore. Va’: Gesù ti invita dal cielo. »
L’olocausto fu consumato, e quei soldati si cinsero la fronte con l’immortale corona.
PRATICA. Ogni cristiano attinge nel battesimo la virtù e la disposizione al martirio. Chi non è disposto a sostenere la fede di fronte alle persecuzioni e alla morte, diviene disertore e rinunzia al regno di Dio.