Santi Quattro Coronati
Nome: Santi Quattro Coronati
Titolo: Martiri
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Vengono designati con questo nome i santi Clemente, Simproniano, Claudio e Nicostrato, nobili fratelli romani, martiri nella persecuzione di Diocleziano. Avevano abbracciato la religione cristiana e la seguivano con fedeltà, conducendo vita retta ed irreprensibile al cospetto dei fedeli e dei pagani, onde, entrati nelle grazie dell'imperatore, furono elevati ad alte cariche civili. Questo favore non fu che di assai breve durata, e quando Diocleziano emanò l'editto di persecuzione contro i cristiani anch'essi dovettero soccombere, vittime della crudeltà del tiranno.
L'editto, pubblicato a Nicomedia l'anno 303, prescriveva, tra le altre cose, che i giudici accogliessero ogni accusa contro i cristiani, senza permettere loro alcuna discolpa; che ogni suddito, il quale ricusasse di sacrificare agli dèi dell'impero, fosse spogliato d'ogni dignità ed escluso da tutti gl'impieghi; che le chiese dei cristiani fossero demolite e i loro libri dati alle fiamme.
Questa persecuzione, decima ed ultima in ordine di 'tempo, fu la più estesa e la più crudele di tutte; il numero delle vittime fu tanto grande che a quel periodo di tempo fu dato il nome di era dei Martiri.
Vedendo i nostri Santi che tanti cristiani davano la vita per il nome di Cristo, bramarono anch'essi di suggellare la loro vita col martirio. Dio li esaudì. Riconosciuti come cristiani dai satelliti dell'imperatore, furono arrestati e condotti davanti alla statua del falso dio Esculapio, ove ebbero l'ordine di offrire l'incenso e di adorare l'idolo. Naturalmente i quattro fratelli si opposero e si dichiararono pronti a dare la stessa vita per Cristo. A tali risposte l'ira dei ministri di Satana giunse al colmo e, riferita all'imperatore la loro fermezza nella fede, ebbero ordine di farli morire a forza di battiture.
A queste minacce i quattro santi non si intimorirono, anzi, riconfermarono la loro volontà, dicendo che giammai si sarebbero inginocchiati ad adorare il demonio nè gli avrebbero offerto l'incenso.
Allora i soldati, visto che erano inflessibili nelle loro idee, dopo averli spogliati delle loro vesti e legatili strettamente onde impedire qualsiasi movimento, s'armarono di staffili con punte di piombo e si accinsero all'esecuzione del tormento. I quattro fratelli furono battuti fin che non resero a Dio le loro belle anime. La loro vita innocente era già stata immolata, ma la ferocia del tiranno non era ancor sazia e con nuovo inaudito decreto comandò che i loro corpi venissero esposti in pubblico per essere dilaniati dai cani. Il Signore però non permise che quelle sante membra fossero pasto degli animali. Rimasero infatti per cinque giorni sulla pubblica piazza senza che i cani osassero loro avvicinarsi, dopo di che i cristiani raccolsero segretamente e con devozione quelle sante reliquié per dar loro conveniente sepoltura. Furono sepolti nelle 682 arenarie, in Via Labicana, presso la tomba di altri que martiri, di dove furono poi trasferiti in una n. de chiesa fatta costruire dal Papa Onorio e dedicata( loro culto.
PRATICA. Impariamo a professare la nostra senza rispetto umano.
PREGHIERA. Concedi, ti preghiamo, o Signore; Dio onnipotente, che questi santi che abbiamo conosciuti gloriosi martiri nella confessione della loro fede intercedano piamente per noi.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Simproniano, Claudio, Nicostrato, Castorio e Simplicio, martiri, che, come si tramanda, erano scalpellini a Srijem in Pannonia, nell’odierna Croazia; essendosi rifiutati, in nome di Gesù Cristo, di scolpire una statua del dio Esculapio, furono precipitati nel fiume per ordine dell’imperatore Diocleziano e coronati da Dio con la grazia del martirio. Il loro culto fiorì a Roma fin dall’antichità nella basilica sul monte Celio chiamata con il titolo dei Quattro Coronati.
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