Serra San Bruno, situata sull'altopiano delle Serre Calabresi, rappresenta un luogo di profonda spiritualità e bellezza naturale. La sua fondazione risale al 1905, per volere del fondatore Bruno di Colonia, che ottenne queste terre dal conte normanno Ruggero I d’Altavilla. Fin dall'inizio, la località venne concepita come un centro di spiritualità monastica, con le prime abitazioni costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della Certosa di Santo Stefano e per l’Eremo di Santa Maria.
Oggi, Serra San Bruno è uno dei luoghi di maggiore interesse turistico della Calabria montana, grazie alla sua ricchezza naturale e al fascino dei borghi medievali che la caratterizzano. I suoi palazzi settecenteschi e i boschi di pini e abeti attirano ogni anno numerosi visitatori, in cerca di arte, natura e spiritualità.
Il gioiello di Serra San Bruno è senza dubbio la Certosa, il primo convento certosino d'Italia e il secondo dell'Ordine. Fondata tra il 1090 e il 1101 da Bruno di Colonia, la Certosa si erge solenne in un bosco pittoresco alla periferia della città. Il convento fu costruito come ritiro spirituale, dove Bruno e i suoi seguaci potessero dedicarsi alla preghiera e alla meditazione, lontani dalla corruzione del mondo.
Dopo essere stata distrutta dal terremoto del 1783, la Certosa fu riedificata in stile neogotico tra Ottocento e Novecento, mantenendo intatta la sua atmosfera mistica e remota. Attualmente, il complesso ospita pochi frati, osservabili solo durante le loro passeggiate nei boschi ogni lunedì. L'accesso è limitato al Museo, che raccoglie testimonianze artistiche e storiche, mentre l'ingresso alla Biblioteca e ad altre parti del monastero è vietato.
La Certosa conserva ancora oggi alcuni elementi originali, come la cinta muraria cinquecentesca, la facciata rinascimentale della chiesa, e opere d'arte preziose del Seicento e Settecento. Tra le opere conservate, spiccano un busto reliquario d'argento di San Bruno, risalente al 1520, e una tela raffigurante San Francesco di Paola. Il convento possiede anche un chiostro seicentesco con una fontana centrale, simbolo di pace e serenità.
Poco distante dalla Certosa, si trova la chiesa dove San Bruno morì nel 1101, con una grotta dove si ritirava per pregare. Al centro di un piccolo lago, sorge una statua del santo in preghiera, che secondo la tradizione è il luogo dove furono ritrovate le sue spoglie e dove, miracolosamente, sgorgò una sorgente.
Il misticismo che avvolge la Certosa è amplificato dalle numerose leggende legate a questo luogo. Una delle più celebri è quella del laghetto, definito il "piccolo Gange della Calabria," dove gli abitanti si bagnano ogni anno il lunedì dopo Pentecoste per purificarsi e guarire dai malanni. Si narra che queste acque abbiano proprietà curative, conferite direttamente da San Bruno, che vi si immergeva per combattere il Demonio. In questo contesto, i cosiddetti “spirdati,” persone ritenute possedute da spiriti maligni, vengono immersi nelle acque per esorcizzare i demoni.
Oltre alle storie mistiche, circolano racconti di personaggi illustri che avrebbero trovato rifugio nella Certosa, come il fisico Ettore Majorana e il pilota che sganciò la bomba su Hiroshima. Sebbene non esista conferma di questi racconti, l'aura di mistero e la bellezza senza tempo del luogo continuano ad attrarre pellegrini e visitatori, fra cui Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI, e il famoso scrittore Leonardo Sciascia.