Transito di San Giuseppe

Transito di San Giuseppe
Nome: Transito di San Giuseppe
Titolo: Patrono dei morenti e della Buona Morte
Ricorrenza: 20 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Tra i privilegi concessi a San Giuseppe, il più noto e celebrato è senza dubbio quello della sua pia morte. Secondo la tradizione, San Giuseppe si spense tra le braccia di Gesù e di Maria, consumato dall’amore per il suo Dio. Questo privilegio è evidenziato nell'elenco dei dodici privilegi concessi al santo, un riconoscimento della sua vita santa e devota.

La Diffusione del Transito di San Giuseppe

La conoscenza e la diffusione del Transito di San Giuseppe in Occidente sono attribuite al domenicano milanese Isidoro Isolano. Nel 1522, Isidoro inserì la storia del Transito nella sua opera "Summa de donis St. Joseph", stampata a Pavia. Egli riferisce che i cattolici d’Oriente celebrano con straordinaria venerazione la festa di San Giuseppe il 20 luglio, leggendo nelle loro chiese una vita di San Giuseppe tradotta dall’ebraico in latino nel 1340. Questo racconto, attribuito allo stesso Gesù che lo avrebbe confidato ai discepoli sul monte Oliveto, offre uno spaccato della vita e della morte del santo.

Il Racconto del Transito

Nel racconto della vita di San Giuseppe, Gesù descrive come Giuseppe, pur invecchiando, mantenesse intatte le sue forze fisiche e mentali. Giuseppe obbediva in tutto a Maria e a Gesù, chiamando quest'ultimo suo figlio e ricevendone l’amore e il rispetto di un figlio verso il padre.

Quando si avvicinarono i giorni della sua morte, un angelo del Signore apparve a Giuseppe, annunciandogli che presto avrebbe lasciato questo mondo. Giuseppe, sebbene impaurito, si recò a Gerusalemme per pregare Dio nel tempio, chiedendo che gli fosse propizio nell’ora della morte. Tornato a Nazaret, cadde gravemente malato.

Gesù, vedendo Giuseppe turbato, lo rassicurò e pregò per lui. Giuseppe, riconoscendo in Gesù il Salvatore e il Liberatore della sua anima, trovò conforto nelle sue parole. Alla fine, spirò in pazienza e letizia, assistito da Gesù e Maria. Gesù stesso chiuse gli occhi e la bocca di Giuseppe, ricomponendo il suo volto. Una moltitudine di angeli vestì il corpo di Giuseppe con una veste candida, e Gesù benedisse il suo corpo affinché non andasse in putrefazione.

L'Estasi di San Giuseppe

Prima di morire Giuseppe ebbe una sublimissima estasi, dove rimase per più ore, godendo le delizie del Paradiso nei dolci colloqui col suo Dio. Quando San Giuseppe uscì dalla sua estasi, il suo volto brillava di luce celeste. Chiese a Maria di darle la sua benedizione, ma lei indicò che doveva essere Gesù a benedirlo, cosa che Egli fece. Maria allora si inginocchiò, pregò il marito morente di benedirla, e dopo aver ricevuto la sua benedizione, gli baciò la mano con tenerezza e affetto. San Giuseppe chiese perdono per tutte le sue mancanze nel servirla e implorò le sue preghiere in quell'ora della sua morte. Le sue ultime parole a Maria furono: "Tu sei benedetta fra tutte le donne, Maria! Che gli angeli e gli uomini ti lodino! E che il nome del Signore sia conosciuto, adorato ed esaltato in te per tutte le età a venire. Spero di vederti nella nostra casa celeste..."

Rivolgendosi a Gesù con profonda riverenza, San Giuseppe cercò invano di inginocchiarsi, ma il Salvatore lo prese dolcemente tra le sue braccia. Giuseppe disse: "Signore mio e Dio mio, dai la tua benedizione al tuo servo, e perdona le colpe che ho commesso nel tuo servizio. Ti ringrazio di cuore per avermi scelto come marito di tua madre! Che la tua gloria sia il mio ringraziamento per tutta l'eternità..."

Gesù benedisse amorevolmente San Giuseppe e disse: "Padre mio, riposa in pace e nella grazia del Padre mio eterno, e porta ai santi del Limbo la notizia gioiosa dell'avvicinamento della loro redenzione." In una stanza brillantemente illuminata da eserciti di angeli, con Maria inginocchiata e in lacrime ai suoi piedi, San Giuseppe morì una felice e pacifica morte.

Dopo che Gesù chiuse gli occhi del suo padre adottivo, Maria preparò il suo corpo per la sepoltura con l'aiuto degli angeli. Il corpo fu avvolto in un sudario bianco e posto in una bara, poi portato in una tomba donata da un uomo ricco. Solo Gesù e alcuni amici formarono il corteo funebre, accompagnati da una moltitudine di angeli splendenti.

Il Culto e la Diffusione del Transito

La "Storia di Giuseppe il Falegname", che racconta il Transito di San Giuseppe, ha origine nel II secolo a Nazaret ed è stata diffusa tra i giudeo-cristiani. Quando, nel VII secolo, l'imperatore Eraclio espulse i giudei e i giudeo-cristiani da Nazaret, la storia si diffuse in Egitto, venendo tradotta in copto, arabo e latino. I copti monofisiti egiziani commemorano la morte di San Giuseppe il 20 Abib (20 luglio), equivalente al 2 agosto nel calendario gregoriano.

Le Confraternite e le Devozioni

La comprensibile sensibilità dei fedeli verso il momento particolare della morte di San Giuseppe ha favorito lo sviluppo di confraternite sotto diversi nomi: degli Agonizzanti, della Buona Morte, del Transito. Questi sodalizi supplicano San Giuseppe in favore dei moribondi, promuovendo nuove devozioni e celebrando la festa del Transito il 20 luglio.

Tra le confraternite più significative, troviamo:
  • La Confraternita di San Giuseppe a Bologna, fondata nel 1557.
  • La Compagnia delli 125 Fratelli del Santissimo Suffragio a Toffia (Rieti), fondata nel 1673.
  • La Confraternita degli Agonizzanti a Ferrara, istituita nel 1677.
  • La Confraternita della Buona Morte o del Transito di San Giuseppe a Carpi (Modena), fondata nel 1805.
  • La Pia Unione del Transito di San Giuseppe a Roma, fondata da Pio X nel 1913.

La Devozione Liturgica

Benedetto XV, nel Motu proprio "Bonum Sane" del 25 luglio 1920, raccomandò ai sacri pastori di promuovere i sodalizi che supplicano San Giuseppe per i moribondi, riconoscendolo come il più efficace protettore dei moribondi, essendo spirato con l’assistenza di Gesù e Maria. Nelle Litanie di San Giuseppe, questo patrocinio è ricordato in tre invocazioni: Speranza dei malati, Patrono dei morenti, Terrore dei demoni.

La Vergine Maria, parlando alla venerabile Madre Maria di Agreda, ha detto: "Tutta la razza umana ha molto sottovalutato il privilegio e le prerogative concesse al mio beato marito, San Giuseppe. Vi assicuro che è uno dei personaggi molto favoriti della Presenza Divina, e ha un potere immenso di rimanere tra le braccia della vendetta divina. Ciò che mio marito chiede al Signore in cielo è concesso sulla terra, e dalla sua intercessione dipendono molti favori straordinari per gli uomini."

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