La chiesa di Santa Rosa, situata nel cuore del centro storico di Viterbo, è uno dei luoghi di culto più emblematici e amati della città. Dedicata alla patrona di Viterbo, Santa Rosa da Viterbo (1233–1251), questa chiesa incarna secoli di devozione, arte e storia, legati indissolubilmente alla figura della giovane santa francescana che difese la città durante le lotte tra Guelphi e Ghibellini.
La chiesa fu costruita nel XIII secolo, poco dopo la morte di Santa Rosa, per custodirne le spoglie e onorarne la memoria. Tuttavia, l’edificio attuale risale principalmente al XVII secolo, quando fu ricostruito in stile barocco su progetto dell’architetto Tommaso Mattei, allievo del celebre Gian Lorenzo Bernini. La struttura sorge accanto al monastero delle Clarisse, dove le suore ancora oggi custodiscono e tramandano la devozione per la santa.
Un elemento storico cruciale è la traslazione del corpo di Santa Rosa: dopo la sua morte, il suo corpo fu inizialmente sepolto nella chiesa di Santa Maria in Poggio (oggi detta della Crocetta), ma nel 1258 fu spostato nell’attuale santuario, diventando meta di pellegrinaggio.
La facciata esterna, sobria ed elegante, riflette lo stile barocco con influenze classicheggianti. L’interno, a navata unica, colpisce per la sua atmosfera raccolta e luminosa, arricchita da stucchi dorati, affreschi e opere d’arte sacra.
Tra i punti salienti:
La Cappella di Santa Rosa: Cuore spirituale della chiesa, ospita un’urna d’argento del XVII secolo con il corpo incorrotto della santa, esposto ai fedeli in occasioni solenni.
Gli Affreschi: Cicli pittorici del Seicento e Settecento illustrano episodi della vita di Santa Rosa e simboli francescani.
L’Altare Maggiore: Decorato con marmi policromi, domina il presbiterio con una pala raffigurante la santa in gloria.
La chiesa è il fulcro delle celebrazioni del 3-4 settembre, quando Viterbo si anima per la festa patronale. L’evento più spettacolare è il trasporto della Macchina di Santa Rosa, un’imponente struttura alta oltre 30 metri e pesante 5 tonnellate, portata a spalla da centinaia di “facchini” fino alla chiesa. Questo rito, riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità nel 2013, rievoca la traslazione del corpo della santa e attira migliaia di visitatori.
La chiesa è aperta tutto l’anno, con orari estesi durante le festività. L’ingresso è gratuito, ma è consigliato rispettare gli orari di preghiera delle monache. Accanto alla chiesa, il Santuario di Santa Rosa (dove si trova la Macchina durante l’anno) e il caratteristico quartiere medievale di San Pellegrino offrono un itinerario perfetto per immergersi nella storia viterbese.