San Franco da Assergi
Nome: San Franco da Assergi
Titolo: Eremita
Nascita: tra il 1154 e il 1159, Roio (L'Aquila)
Morte: tra il 1220 e il 1230, Monte Cefalone
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
San Franco nacque a Roio tra il 1154 e il 1159, crebbe in una famiglia di contadini benestanti, iniziò i suoi studi sotto la guida del sacerdote Palmerio. In seguito, Franco entrò nel monastero benedettino di San Giovanni di Collimento di Lucoli, fondato dal conte Odorisio nel 1077. Qui, trascorse venti anni prima di intraprendere la vita da eremita, cercando la perfetta armonia spirituale nella solitudine e nella natura.
Inizialmente, Franco visse nei boschi di Lucoli, poi si spostò nelle montagne circostanti. Si stabilì infine sulle pendici del Monte San Franco, in una zona chiamata "Il Vasto". Qui, costruì una capanna di pietra dove oggi sorge la piccola cappella dell'acqua miracolosa, nota anche come L'acqua di San Franco. Tuttavia, il continuo afflusso di pellegrini lo spinse a cercare un luogo più isolato. Seguendo, secondo la leggenda, un'orsa e i suoi cuccioli, si ritirò nella Grotta dei Peschioli. In seguito, cercando una maggiore altitudine, si stabilì in un antro sul Monte Cefalone.
San Franco è noto per i numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione, spesso legati alla vita semplice dei pastori e alla montagna. Tra le storie più famose ci sono quelle di montoni resuscitati, lupi ammansiti, sorgenti d'acqua miracolosa e salvataggi miracolosi da frane e bufere. Un episodio particolarmente celebre narra di come salvò un bambino dalle fauci di un lupo ad Assergi, rappresentato iconograficamente accanto a un lupo che tiene un bambino tra le fauci.
Gli ultimi momenti della vita di San Franco sono avvolti da un'aura di mistero e santità. Sentendo avvicinarsi la fine, l'eremita ricevette gli ultimi sacramenti e fu lasciato solo nella sua grotta. La notte tra il 4 e il 5 giugno, in un anno imprecisato tra il 1220 e il 1230, gli abitanti di Assergi furono svegliati dal suono delle campane della chiesa di Santa Maria in Silice e dal canto dei galli, segni che li portarono a scoprire la morte del santo, trovato con le braccia incrociate sul petto in una grotta illuminata da una luce misteriosa. Il corpo di Franco fu trasportato con grande venerazione nel paese e seppellito nella cripta della chiesa del monastero di Santa Maria in Silice, che divenne subito meta di pellegrinaggi. Nel tempo, su questo edificio venne costruita una nuova chiesa più grande, Santa Maria Assunta.
San Franco fu canonizzato rapidamente, come attestato da un calendario manoscritto dai monaci di Assergi nei primi anni del Trecento. Tra il 1480 e il 1481, le sue reliquie furono trasferite in una preziosa urna d'argento, opera del maestro orafo Giacomo di Paolo da Sulmona. Nel 1757, la festa liturgica in onore di San Franco fu estesa a tutta la diocesi dall'arcivescovo dell'Aquila, Sabatini, e cade il 5 giugno, data della sua morte.
La devozione a San Franco si diffuse rapidamente in tutto l'aquilano e il teramano, con numerosi luoghi che celebrano la sua memoria. È venerato ad Assergi, dove visse e di cui è Patrono, a Roio Piano, dove nacque, a Lucoli, dove trascorse venti anni nel monastero di San Giovanni di Collimento, ad Arischia, dove si trova "L'Acqua di San Franco", a Ortolano, frazione di Campotosto, che ospita una chiesa a lui dedicata, e a Forca di Valle, frazione di Isola del Gran Sasso, nel teramano, dove è festeggiato come Santo Patrono.
MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Assergi in Abruzzo, san Franco, eremita, che si costruì una stretta cella in una grotta tra le rocce, dove condussse una vita aspra e umile.
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