San Roberto Southwell
Nome: San Roberto Southwell
Titolo: Sacerdote gesuita, martire
Morte: Tyburn, Inghilterra
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
1929, Sconosciuto, Sconosciuto
Canonizzazione:
25 ottobre 1970, Roma, papa Paolo VI
Questo poeta-martire condivide con Gerard M anley T Topkins (che visse tre secoli dopo) gli allori letterari dei gesuiti inglesi. Come poeta la sua fama andò ben oltre il mondo cattolico e persino religioso: per quanto infatti i suoi versi non segnarono la poesia come quelli di Hopkins, tuttavia essi — come pure la sua prosa lirica — ebbero maggiore influsso sulla cultura del tempo.
La sua arte apparteneva al genere letterario allora in auge, eppure la sua opera sgorgava direttamente dalle circostanze e dall'ispirazione che guidavano tutta la vita di Roberto, cioè dal sacerdozio e dal martirio.
Nato nel villaggio di Horshow Saint Faith (contea di Norfolk), imparentato per parte materna con gli Schelleys del Sussex, dove trascorse parte della sua infanzia, Roberto fu mandato a scuola a Donai. Qui, sotto la guida del gesuita Leonardo Lessius, iniziò un brillante percorso scolastico, prendendo i primi contatti con la Compagnia. Trasferitosi a Parigi, studiò sotto la guida di Tommaso Darbyshire, che era stato arcidiacono nella contea di Essex al tempo della regina Maria. Quanto alla sua vocazione sembra che fosse indeciso tra il diventare gesuita o entrare nei certosini (stili di vita molto diversi), ma all'età di soli diciassette anni (o forse anche meno) rese nota la sua intenzione di entrare nella Compagnia di Gesù. Inizialmente fu rifiutato a causa della giovane età: il dolore per questo rifiuto gli ispirò il primo degli scritti a noi pervenuti, nel quale egli lamenta la propria esclusione in termini che potrebbero apparire un po' troppo melodrammatici rispetto a quanto la situazione richiederebbe: «Ahimè dove sono, dove sarò? Un vagabondo su una terra secca e riarsa».
La sua esclusione era comunque solo una questione di mesi: nell'ottobre del 1578 fu ammesso infatti al noviziato gesuita di S. Andrea a Roma. Si sono conservati anche alcuni scritti del periodo del noviziato, che mostrano un lucido apprezzamento della vita e dei compiti ai quali si stava preparando: «Quale eccezionale perfezione è richiesta a un religioso della Compagnia, che dovrà essere sempre pronto ad andare in una qualsiasi parte del mondo, tra qualsiasi tipo di gente: eretici, turchi, pagani o barbari». Ordinato sacerdote nel 1584 e nominato preside del Collegio inglese, fu inviato due anni dopo nella missione inglese insieme al suo compagno gesuita Enrico Garnet. Quando giunsero in patria era in vigore già da un anno il decreto che sanciva che qualsiasi prete formato all'estero in uno dei nuovi seminari, tornando in Inghilterra poteva essere accusato di alto tradimento. Anche solo dare ospitalità a tali persone era reato e Roberto doveva essere ben consapevole del probabile esito della sua missione, avendo letto la descrizione dell'esecuzione di Edmondo
Campion (1 dic. 1581) — il primo gesuita martirizzato in Inghilterra — resa da testimoni oculari. Egli scrisse a Roberto Persons, camuffando l'argomento come se si trattasse di una questione commerciale: «Egli [Campion] è stato il primo a caricare il suo vascello con mercanzie inglesi e con successo è tornato al porto sospirato. Giorno per giorno noi aspiriamo a qualcosa di simile». Alludeva evidentemente all'invio in missione e al martirio. Da Calais scrisse al generale dei gesuiti Aquaviva: «Non temo neppure molto le torture perché guardo dritto alla corona. La carne infatti è debole e non giova a nulla. Sì, quando penso a queste cose essa batte in ritirata».
Poco dopo il suo arrivo in Inghilterra partecipò a un'importante riunione a Hurleyford House nella valle del Tamigi, in cui si pianificò una nuova strategia per la sopravvivenza del cattolicesimo in Inghilterra. Durante la festa di S. Maria Maddalena (22 lug.), a cui partecipò Guglielmo Byrd, compositore di corte, i presenti cantarono una Missa Solemnis. Qualche tempo dopo Roberto tenne un sermone ai cattolici della prigione di Marshalsea a Londra sulla conversione di Maddalena (identificandola, come era solito a quei tempi, con la peccatrice penitente di Luca 7). Svolse quindi questo tema in un opuscolo, Le lacrime funebri di Maria Maddalena, che riuscì a far pubblicare e che ebbe un forte effetto sui costumi del tempo.
Tra i cattolici presenti a Marshalsea c'era Dorothy Arundel, che raccomandò Southwell ad Anna Dacre, sua parente e contessa di Arundel e'del Surrey, come sacerdote adatto ad amministrarle occasionalmente i sacramenti. Essa era moglie di Filippo Howard (19 ott.), allora prigioniero nella Torre; Roberto riuscì a fargli visita (scrisse per lui Trionfi sulla morte, al fine dí consolarlo della morte della sorellastra, Margaret Sackville). Tra Roberto c Anna nacque una profonda amicizia, ed egli cominciò quello straordinario servizio destinato a durare sei anni, vivendo in una piccola stanza in un'ala remota della casa degli Arundel, comportandosi in modo così discreto che solo un piccolo numero di servitori fidati era a conoscenza della sua presenza. Trascorreva i giorni pregando e scrivendo, uscendo solo di notte per amministrare i sacramenti ai cattolici. Fu lì che scrisse Una lettera di conforto, riuscendo a farla pubblicare in Inghilterra, molto probabilmente con l'aiuto di Anna: ella era, come egli scrisse, una di quelle «donne delicate che hanno assunto il coraggio degli uomini». La base di quest'opera era costituita dalla serie di lettere scritte a Filippo Howard e in seguito indirizzate più generalmente a tutti i cattolici perseguitati e detenuti. Tema centrale è la transitorietà e la volubilità dell'esistenza umana, che «nel mezzo della vita si trova già nella morte»; l'unico conforto consiste nel fatto che tutti si dirigono ugualmente verso la medesima fine: «E così è la vita dell'uomo: egli entra nel mondo con dolore, inizia il suo percorso con gemiti pietosi ed è continuamente molestato dalle avversità, non arresta mai la sua corsa finché non precipita alla fine dentro il mare della morte. La nostra ultima ora non è quindi l'inizio della morte ma la sua conclusione; perché allora è giunto a termine ciò che per molto tempo si stava compiendo, e completamente finito ciò che era ancora in divenire».
Roberto esercitò il suo ministero anche fuori Londra: a Badessey Clinton (Warwickshire) sfuggì per miracolo ad alcuni "cacciatori di preti" giunti mentre si apprestava a celebrare la Messa alle cinque del mattino: fece infatti in tempo a nascondere i paramenti e a entrare in un rifugio segreto costruito per i sacerdoti. In risposta alla Proclamazione del 1591 (secondo la quale i cattolici erano banditi solo per le loro intenzioni proditorie e non per la loro confessione religiosa in quanto tale), Southwell compose la sua Umile supplica a sua Maestà, attacco veemente contro l'affermazione ufficiale secondo cui non esisteva alcuna persecuzione per motivi esclusivamente religiosi. Riaffermando con sicurezza la lealtà dei suoi correligionari, scrisse: «Offriremo il petto ai colpi di spada del nostro paese piuttosto che usare le spade per spargere il sangue del nostro paese». Nonostante la sua vita riservata, Roberto era già allora una figura di spicco nella società letteraria inglese ed è stato recentemente ipotizzato (da Davide Lunn) che Southwell sia stato la causa propulsiva dell'evoluzione morale osservabile nell'opera di Shakespeare nel periodo 1591-1594: c'è infatti un netto cambiamento di tono e di temi tra Venere e Adone e Il ratto di Lucrezia, dove il rapimento è trattato come un'allegoria della violazione dell'anima da parte del peccato mortale.
Shakespeare si era posto sotto il patrocinio del conte di Southampton, che Roberto conosceva dai giorni della sua infanzia nel Sussex. Fu al conte che indirizzò il suo Lamento di Pietro, un lungo racconto degli ultimi eventi della vita di Cristo posti sulle labbra di Pietro subito dopo il suo rinnegamento. In esso egli chiede un cambiamento morale: «Io porgo la domanda, la risposta è ora nelle tue mani». Il ratto di Lucrezia potrebbe quindi essere la risposta del grande drammaturgo: ma al tempo in cui fu scritto (1594) Southewell era già sulla strada dell'esecuzione capitale.
I missionari cattolici cercavano solitamente non tanto di convertire i veri protestanti quanto di riconciliare alla loro fede originaria i cattolici che l'avevano rinnegata. Southwell seguì questa strategia, unendola alla tendenza gesuita di concentrarsi sull'aristocrazia e sulle figure di rilievo, categorie alle quali appartenevano sia Southwell che Shakespeare (tuttavia non esiste alcuna prova, nonostante i numerosi tentativi di dimostrare il contrario, che Shakespeare abbia mai abbracciato il cattolicesimo o che si sia riconciliato con esso). Pare che per alcuni anni Southwell abbia condotto una vita tranquilla nel centro di Londra, venendo alla fine catturato, come molti suoi cc. missionari, a causa di un tradimento. Ti capo dei persecutori al servizio della regina, il famigerato Riccardo Topcliffe, aveva fatto pagare un prezzo esorbitante alla famiglia Bellamy per aver ospitato alcuni giovani fuggiti dopo l'insuccesso del "complotto Bebington": due dei loro figli furono messi a morte, un terzo fu torturato ed esiliato e la loro sorella Anna fu violentata da Topcliffe stesso. Rimasta incinta le fu offerta la riparazione di un onorevole matrimonio se avesse invitato Roberto Southwell nella sua casa di Uxenden Hall nell'Harrow; ella acconsenti e Roberto fu quindi catturato.
Il luogo dove si trovava la sua attrezzatura tipografica fu scoperto, ed essa venne distrutta. Fu condotto a casa di Topcliffe in Westminster, dove era allestita una camera di tortura (v. Tommaso Pormont, 20 feb.). Roberto fu attaccato dieci volte per i polsi ad anelli agganciati a un uncino sul soffitto: era il "muro della tortura" appena ideato. Il primo ministro di Elisabetta, Roberto Cedi, testimone oculare, dichiarò che non era «possibile per un uomo sopportare tanto. Eppure ho visto Roberto Southwell pendere lassù, rigido come un tronco d'albero, ma nessuno riusciva a farlo parlare». Roberto stesso, descrivendo le dieci torture, disse che «ciascuna era peggio della morte». Fu quindi incarcerato nella Gatehouse e nella Torre per quasi tre anni senza che alcuna accusa fosse mossa contro di lui. Alla fine egli chiese a Cecil di essere processato o di poter godere di qualche misura di libertà. In risposta a questo appello fu condotto in tribunale e condannato per il fatto di essere un sacerdote.
Il suo processo e la sua esecuzione provocarono però una svolta, portando alla deposizione di Topcliffe e alla ribellione generale contro il barbaro metodo dell'impiccagione, trascinamento del corpo e squartamento. Segnò inoltre l'avvio di metodi più diplomatici per tenere i cattolici sotto controllo. Topcliffe tentò inizialmente di negare di aver mai sottoposto qualcuno a torture e, come fece Adolf Eichmann secoli dopo, affermò di essere stato un semplice esecutore degli ordini: «Io non feci altro che metterlo contro un muro. Avevo il potere di disporre di lui come ho fatto [...i ho le lettere del Consiglio che lo provano». La risposta di Roberto fu semplice e radicale nella sua evidente veridicità: «Voi siete un uomo malvagio». Topcliffe iniziò allora un violento battibecco con il giudice che lo costrinse infine al silenzio. Era la fine dei cinque anni del suo regno di terrore. Il verdetto tuttavia fu inevitabile: Roberto sarebbe stato impiccato, sventrato e squarta-o a Tyburn.
Come avvenne con la crocifissione di Gesù, fu condannato a essere giustiziato insieme a lui un famigerato bandito del tempo. Si voleva evidentemente distogliere l'attenzione dall'esecuzione di un famoso poeta: ciò però sortì il solo effetto di aumentare la folla. Roberto, come era usanza, fu condotto a Tyburn su una carretta, ma procedette a testa alta, e i molti che tra la folla avevano assistito a più esecuzioni lo definirono «la figura più nobile che avessero mai visto andare a Tyburn per l'impiccagione». Roberto lanciò il suo fazzoletto tra la folla a Enrico Garnet, suo amico e compagno gesuita (costui aveva con sé quella reliquia quando successivamente dovette stendere la sua testimonianza oculare). Dopo una certa insistenza gli fu permesso di tenere un breve discorso; cominciò: «Sto per recitare l'ultimo atto di questa povera vita» e citando S. Paolo aggiunse: «Se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore» (Rm 14, 8). Pregando poi per la regina e per il suo paese, concluse dicendo: «Voi tutti angeli e santi, assistetemi». Il carro fu mandato avanti e l'ufficiale si avvicinò per tagliare la fune in modo tale da non farlo morire prima che il suo corpo fosse straziato; lord Mountjoy però si fece innanzi e spinse via il militare, mentre la stessa folla supplicava di lasciarlo appeso finché non fosse morto. Lo sceriffo tentò nuovamente di tagliare la fune, ma ne fu dissuaso dal boato di disapprovazione della folla. Il boia allora tirò le gambe di Roberto finché non sentì il suo corpo afflosciarsi; lo prese tra le braccia, lo pose sul ceppo e ne recise la testa, sollevandola mentre pronunciava l'usuale formula «Questa è la testa di un traditore». Ma la folla, in risposta, si scoprì il capo senza il consueto grido di risposta: «Traditore». Fu poi sventrato e smembrato. Fu l'ultima esecuzione del genere a Tyburn.
Roberto è stato prima di tutto prete e martire e le opere in prosa e in poesia, per le quali è ricordato al di fuori del mondo cattolico e religioso in genere, riflettono la sua vita. Egli scrisse utilizzando le forme grammaticali e le espressioni tipiche del suo tempo: come poeta è stato spesso paragonato a Philip Sidney. Mentre però Sidney fu ammirato come il perfetto gentiluomo del suo tempo, Southwell era un gesuita «probabilmente traditore». Le sue opere, ben conosciute e ammirate, furono influenti: «Che uomo famoso e quanto amato, padre Southwell», scrisse Enrico Gamct. Le sue liriche sono caratterizzate dall'unione di forza, passione e disciplina: le migliori sono relativamente brevi e dirette, e la ricercatezza stilistica non prende mai il sopravvento sul contenuto. La Vergine Maria a Cristo sulla croce è forse la più commovente delle sue liriche. Come prefetto degli studi nel Collegio inglese aveva studiato a lungo la lingua inglese. Nella prefazione ai suoi poemi pubblicati è esposto il suo proposito di utilizzare le tecniche secolari della poesia popolare del tempo per uno scopo sacro (così fece anche S. Giovanni della Croce — 14 dic. —, quasi suo contemporaneo, con le ballate della tradizione popolare spagnola). La sua formazione intellettuale si unirono al talento poetico per operare un profondo cambiamento nel clima morale inglese.
Roberto Southwell fu beatificato nel 1929 e canonizzato come uno dei quaranta martiri dell'Inghilterra c del Galles nel 1970 (25 ott.).
MARTIROLOGIO ROMANO. Sempre a Londra, san Roberto Southwell, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che svolse per molti anni il suo ministero in questa città e nella regione limitrofa e compose inni spirituali; arrestato per il suo sacerdozio, per ordine della stessa regina fu torturato con grande crudeltà e a Tyburn coronò il suo martirio con l’impiccagione.
Lascia un pensiero a San Roberto Southwell
Ti può interessare anche:
I santi gesuiti
- San Luigi Gonzaga
ReligiosoNacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col...
- San Roberto Bellarmino
Vescovo e dottore della ChiesaS. Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano il 4 ottobre del 1542 da Cinzia Cervini, sorella del Papa Marcello II e da Vincenzo Bellarmino. Affezionato...
- Sant' Ignazio di Loyola
Fondatore della Compagnia di GesùNacque nel castello di Lojola, da una nobile famiglia di Spagna, l'anno 1491. Dopo aver dimorato per qualche tempo alla corte dei re cattolici, passò...
- San Francesco Saverio
SacerdoteIl giorno 7 aprile dell'anno 1506, nel castello di Saverio, nella Navarra, nasceva colui che Urbano VIII chiamerà « l'Apostolo delle Indie », S. Francesco...
- San Paolo Miki e compagni
MartiriPaolo Miki è il primo martire giapponese, o meglio il primo giapponese caduto martire per la propria fede cristiana. Va chiarito infatti che non si tratta...
- San Pietro Claver
SacerdoteNato da Pietro ed Anna Claver l'anno 1585 a Verdù in Spagna, il nostro Santo fin dai primi anni fu educato cristianamente. Inviato a Barcellona per gli...
- San Pietro Canisio
Sacerdote e dottore della ChiesaÈ un degno figlio di S. Ignazio di Loyola, destinato da Dio a risplendere di luce vivissima nella Germania, nel tempo in cui Lutero si ribellava alla Chiesa...
- San Bernardino Realino
SacerdoteNacque a Carpi, ridente cittadina del Modenese, nel 1530 da Francesco Realino e da Elisabetta Bellentoni. La madre si premurò di dare al suo Bernardino...
- San Claudio de la Colombière
ReligiosoTerzo figlio del notaio Bertando, Claudio de la Colombière nacque in Francia nel 1641. Lasciò scritto che «aveva un'avversione orribile»...
- Sant' Alfonso Rodriguez
Vedovo, Religioso gesuitaIl 25 luglio 1531 nasceva a Segovia, nella vecchia Castiglia, Alfonso Rodriguez. I suoi genitori, Diego e Maria Gomez, erano commercianti di tessuti. Alfonso...
- San Stanislao Kostka
Novizio gesuitaStanislao, secondo figlio di Giovanni, senatore del regno di Polonia, e di Margherita de Drobnin Kryska, nacque nel castello di famiglia a Rostkow, nell'allora...
- San Renato Goupil
MartireRenato nacque il 15 maggio 1608 a Saint-Martin-du-Bois, nella diocesi francese di Angers. Studiò a Chantilly, nei pressi di Parigi, ma dovette interrompere...
- San Francesco Borgia
SacerdoteFrancesco Borgia, duca di Gandia, terzo generale della Compagnia di Gesù, era figlio primogenito di Giovanni Borgia e di Giovanna d'Aragona, principi...
- San Pietro Favre
GesuitaPietro Favre era il più anziano dei compagni di S. Tgnazio di Loyola; Ignazio lo stimava al pari di S. Francesco Saverio e fu il primo gesuita a comprendere...
- San Giovanni Berchmans
ReligiosoSi dice che già da molto giovane Giovanni Berchmans avesse fornito la perfetta, moderatamente oracolare, citazione per quell'era di agiografi nella quale...
- San Francesco De Geronimo
SacerdoteFrancesco Di Girolamo (De Geronimo) nacque a Grottaglie (Taranto), primo di undici fratelli, e trascorse la maggior parte della sua vita a Napoli, di cui...
- San Giovanni de Brebeuf
Gesuita, martire in CanadaGiovanni de Brébeuf nacque il 25 marzo 1593 a Condé-sur-Vire, un piccolo villaggio nel dipartimento de La Manche in Francia. Dopo il suo ingresso come...
- San Giuseppe Pignatelli
SacerdoteSan Giuseppe Pignatelli, sacerdote della Compagnia di Gesù, lavorò a Roma per migliorare le condizioni di questa famiglia religiosa che a quei tempi era...
- Sant' Andrea Bobola
MartireAndrea nacque in una famiglia della piccola nobiltà polacca a Sandomir nel Palatinato e dopo aver frequentato gli studi presso le scuole dei gesuiti a...
- San Nicola Owen
Gesuita, martireNicola Owen, conosciuto anche con i nomi di Andrea e Draper, era probabilmente uno dei quattro figli di Walter Owen, un carpentiere di Oxford, da cui apprese...
- San Giovanni Ogilvie
MartireGiovanni Ogilvie nacque a Drum, vicino alla città di Keith in Scozia, nel 1580. Il padre, Walter Ogilvic barone di Drumna-Keith, possedeva vaste proprietà...
- San Gabriele Lalemant
Gesuita, martire in CanadaGabriele Lalemant nacque a Parigi nel 1610. Seguendo l'esempio degli zii Carlo e Girolamo, entrò nella Compagnia di Gesù e, successivamente, andò missionario...
- San Rocco Gonzalez de Santa Cruz
MartireI primi martiri a essere beatificati in America morirono nel 1628. Ovviamente non significa che siano stati i primi martiri nel Nuovo Mondo: infatti, nel...
- Sant' Isacco Jogues
Sacerdote e martireIl sacerdote Isacco Jogues nacque nel 1607 presso Orléans e nel 1624 entrò nella Compagnia di Gesù; dopo aver ricevuto l’ordinazione presbiterale, fu inviato...
- San Giuseppe de Anchieta
GesuitaGiuseppe de Anchieta nacque a san Cristóbal de la Laguna a Tenerife nelle isole Canarie e fu, secondo il decreto di beatificazione, «un missionario instancabile...
- San Giuseppe Maria Rubio Peralta
Gesuita, fondatoreGiuseppe Maria, gesuita spagnolo, è conosciuto principalmente come uno degli apostoli di Madrid. Nacque a Dalias (Almería) nel 1864, da una famiglia di...
- Santi Marco Crisino, Stefano Pongracz e Melchiorre Grodziecki
MartiriIl martirio di Marco Kóriisi, Stefano Pongràcz e Melchiorre Grodecz è un importante capitolo della storia della Controriforma in Ungheria. Stefano nacque...
- San Giovanni Francesco Regis
SacerdoteNato in Linguadoca a Font-Couverte, nella diocesi di Narbona, Giovanni Francesco Régis fu educato nel collegio gesuita di Béziers e nel 1615 entrò a far...
- San Natale Chabanel
Sacerdote e martireNacque nella diocesi di Mende (Francia) nel 1613. Entrato a diciassette anni nella Compagnia di Gesù, venne ordinato sacerdote nel 1640. Approdato a Quebec...
- Sant' Edmondo Campion
Martire, gesuitaEdmondo Campion, figlio di un libraio di Londra e molto promettente sin da giovane, fu accolto all'età di dicci anni nella Bluecoat School e fu scelto...
- San Giovanni de Britto
MartireNato in Portogallo da nobile famiglia legata alla corte reale, da bambino Giovanni era stato il compagno preferito del piccolo don Pedro, erede al trono...
- Sant' Enrico Morse
Sacerdote gesuita, martireEnrico nacque a Brome nel Suffolk nel 1595, sesto dei nove figli di Roberto, un proprietario terriero protestante proveniente da Tivetshall St Mary nel...
- San Roberto Bellarmino
Vescovo e dottore della ChiesaS. Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano il 4 ottobre del 1542 da Cinzia Cervini, sorella del Papa Marcello II e da Vincenzo Bellarmino. Affezionato...
- San Roberto di Newminster
Abate cistercenseSan Roberto nacque a Gargrave, in Inghilterra, attorno all'anno 1100. La sua storia si ricollega alla fortunata diffusione in tutta Europa, e anche in...
- San Roberto di La Chaise-Dieu
AbateNelle favole, che sono quasi tutte di origine francese o tedesca, uno dei principali protagonisti è sempre il bosco, suggestivo e pauroso. Come nelle fiabe...
- San Roberto di Molesme
Abate di CiteauxTre frati ribelli: così M. Raymond, in un fortunato libro tra storia e romanzo, definiva l'abate Roberto di Molesme, il priore Alberico e il monaco inglese...