Sant' Ottato di Milevi
Nome: Sant' Ottato di Milevi
Titolo: Vescovo
Nascita: 354 circa, Mila, Algeria
Morte: 387 circa, Milevi, Africa
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Benché poco conosciuto in Europa, Ottato fu uno dei più eminenti apologisti cristiani della Chiesa del Nord Africa del IV secolo, e negli ultimi tempi i suoi scritti sono oggetto di grande interesse tra gli studiosi poiché trattano di problemi fondamentali in relazione al dibattito sulla natura della Chiesa. S. Agostino d'Ippona (28 ago.), nato nel 354, scrisse di lui mettendolo sullo stesso piano di S. Cipriano (16 set.) e S. Ilario di Poitiers (13 gen.), mentre meno di un secolo dopo S. Fulgenzio di Ruspe (1 gen.) lo considerò un santo con un'influenza sulla Chiesa paragonabile a quella di S. Ambrogio di Milano (7 dic.) o a quella dello stesso S. Agostino.
Ottato, vescovo di Milevi (attuale Mila in Algeria) in Numidia, era, in Nord Africa, una delle guide del movimento che si opponeva ai donatisti, un gruppo scismatico che aveva portato la divisione in quella regione. I donatisti contestavano la validità dei sacramenti conferiti dai lapsi (coloro che durante la persecuzione avevano abiurato la fede, rientrati poi nella Chiesa), rivendicando che essi soli erano la vera Chiesa di Cristo. Il movimento separatista sorse dopo una consacrazione, molto controversa, alla sede episcopale di Cartagine nel 311, quando Donato fu il candidato sconfitto, e altri lo seguirono nel dar vita a un'altra chiesa. Uno dei loro vescovi, Parmeniano, pubblicò un trattato, andato perduto, in cui spiegava le loro tesi. Ci rimane però la replica di Ottato, scritta con stile vigoroso e appassionato, in cui cercava di convincere a non condannare i suoi oppositori. Ottato operava una distinzione tra eresia e scisma: gli eretici sono «disertori o falsificatori del credo», e perciò sono invalidi sia i loro sacramenti che gli ordini; gli scismatici invece sono cristiani separati, facenti ancora parte della Chiesa universale. I donatisti negavano che il fatto caratterizzante la Chiesa fosse la sua universalità, o cattolicità, e Ottato replicava chiedendo loro come potessero rivendicare di essere la vera Chiesa, quando rappresentavano solo un angolo del Nord Africa e una piccolissima colonia romana.
La Chiesa universale, insiste Ottato, deve fedeltà al papato: «Pietro si sedette per primo su questa cattedra, dopo di lui Lino», segue poi la lista (con errori che si spiegano con la lontananza geografica) dei successori nella sede episcopale romana fino a Siricio «che oggi è nostro collega». Ottato così continua: «Fu Gesù Cristo che disse a Pietro: "A te darò le chiavi del regno dei cieli e le porte degli inferi non prevarranno contro di esso" [cfr. Mt 16, 18-19], e con quale diritto rivendichi le chiavi tu che presumi di lottare contro la cattedra di Pietro? Non puoi negare che la sede episcopale fu data fin dall'inizio a Pietro nella città di Roma, ed egli la occupò per primo in quanto capo degli apostoli [...] Nessuno degli altri undici apostoli ha mai rivendicato una sede primaziale rivale, solo gli scismatici hanno osato fare ciò».
In opposizione all'insegnamento dei donatisti, che basavano le loro rivendicazioni sulla santità di Donato in contrasto con la debolezza mostrata dal suo avversario, Ottato enunciava la dottrina che i sacramenti sono santi di per sé e la loro efficacia non dipende dal comportamento di chi li amministra. Inoltre scrisse trattati sul peccato originale, e descrisse in modo particolareggiato le liturgie che si svolgevano nella Chiesa del Nord Africa: la liturgia eucaristica, quella del battesimo, le penitenze fatte dai cristiani e la loro venerazione per le reliquie.
Ancora vivo nel 384, Ottato probabilmente morì tre anni dopo. Non sappiamo nulla della sua biografia personale.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Mila in Numidia, nell’odierna Algeria, commemorazione di sant’Ottato, vescovo, che con i suoi scritti contro l’eresia donatista sostenne l’universalità della Chiesa e il profondo bisogno di unità dei cristiani.
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